Bulla e pupa: CORPI DA REATO di Paul Feig
REGIA: Paul Feig
SCENEGGIATURA: Katie Dippold
CAST: Sandra Bullock, Melissa McCarthy, Demian Bichir, Marlon Wayans, Michael McDonald
NAZIONALITÀ: USA
ANNO: 2013
Tra le peripezie spaziali cuaroniane e la parentesi biondocrinita che le ha portato un Oscar (ma su The blind side si prega di stendere una valanga di veli pietosi), Sandra Bullock torna a fare ciò che le è sempre riuscito meglio, subito dopo (ma forse anche prima) delle commedie romantiche: le commedie action/spy tra imbranataggine e seduzione di Miss detective e del sequel Miss Fbi. Un filone che qui ha una marcia anzi una spalla in più, che sgomita per stare sullo stesso piedistallo di Sandra (e date le dimensioni e la portata – non solo – ironica del soggetto, è una lotta all’ultimo sangue): Melissa McCarthy, corpo che si è prepotentemente imposto al palcoscenico hollywoodiano dopo la strabordante e irrefrenabile performance ne Le amiche della sposa (con relativa nomination!), gran commedia diretta dallo stesso Paul Feig. A chi le punta il dito contro per la stazza, risponde picche. Oppure, come in questo caso, rifila un gancio destro e insinua la ridotta presenza se non l’assenza di palle.
In Corpi da reato lei e Sandra, coppia in via di esplosione di scintille, ripropongono entrambe il personaggio-tipo che le ha rese famose: Melissa enfatizza il fiuto per il crimine e la grettezza della Megan di Le amiche, Sandra ritorna nella professione ma non nella scioltezza e nello ‘sciallaggio’ di Gracie Hart. La perfettina e la buzzurra, mal amalgamate in teoria ma strepitose in pratica; scatenate tutte e due, anche se a imperare è la sovrabbondanza di scurrilità della McCarthy che (tra un fuck e uno shit e un fucking ma probabilmente anche un fuck this fucking shit) è ad uso e consumo del pubblico, e dell’aggressione non stop alla fidanzatina d’America, che comunque si difende bene.
Corpi da reato è a conti fatto un tipo di film che senza queste due protagoniste, con il concetto e l’immagine di loro stesse che si sono abilmente ritagliate con le rispettive scelte professionali, non avrebbe funzionato allo stesso modo, se non proprio per niente. L’assetto è quello di Una notte da leoni, Parto col folle, di Le amiche della sposa stesso, o per fare un esempio ancor più recente e quasi identico, di Due agenti molto speciali con Omar Sy e Lauren Lafitte. Un chick(e non buddy)-cop che fila che è un piacere nelle parti ‘chick’ con la Bullock ladra di gatti da compagnia e dall’aspetto di ispettrice delle tasse anche quando è in mutande e reggiseno (come esclama l’esasperata collega), con le due ubriache e strafatte che ballano in un locale fino al mattino; meno sul fronte ‘cop’ visto che non c’è un grammo di tensione (e forse non vuol nemmeno esserci) e l’aspetto dell’indagine è protratto oltremodo. Ce la si gode comunque questa pellicola e nel complesso questo nuovo genere di comicità sboccata irriverente e scorretta tutta al femminile, questo rosa shocking lampeggiante di pericolo, questo girl power con il dito medio alzato.