in sala / venezia 2013

THE CANYONS: Il cinema sarà anche morto ma Paul Schrader non è mai stato vivo

the canyons (2)

REGIA: Paul Schrader
SCENEGGIATUA: Bret Easton Ellis
CAST: Lindsay Lohan, James Deen, Nolan Gerard Funk
NAZIONALITÀ: USA

ANNO: 2013

Nonostante Paul Schrader abbia scritto la sceneggiatura di alcuni tra i film americani più importanti della storia del cinema, la sua carriera registica non ha mai avuto particolare dignità o colpi d’interesse. Certo, con quasi 20 pellicole alle spalle un paio è riuscito pure ad azzeccarle per puro culo, ma a dimostrare ancora una volta la debolezza della sua mano registica è The Canyons, film nichilistico e apatico collaudato da Bret Easton Ellis. E’ lui, il romanziere statunitense, a guidare l’operazione, in una video-cosa che si rivela specchio gemello del proprio mood, il fantasma sospeso nel desolante vuoto dell’esistenza, tra sesso occasionale e dosi di roipnol. Ma ciò che funziona sulla carta grazie alla genialità di uno scrittore che ha fatto di ogni singola parola un tagliente riff di chitarra distorta, viene tradotto sullo schermo da una mano che rifiuta costantemente di affondare nelle immagini, preferendo rimanere sulla superficie dello squallido. The Canyons perlustra ma non s’immerge mai, come un cadavere galleggiante ma privo di sangue e dolore: regia linda fino all’indolenza, il lavoro compiuto da Schrader sa di anestesia totale, ed è per questo che il film manca di qualsivoglia pulsione ed elettricità. Il risultato è un’atmosfera da alienazione orrorifica che presto si trasforma in una soap opera però senza resurrezioni e incesti. Come se bastasse mettere delle sale distrutte per parlare della presunta morte del cinema, narrare di produttori annoiati per essere riflessione e teoria, evocazione e meta-cinema. Paul Schrader ha voluto così tanto inquadrare la noia che alla fine ha finito per annoiare gli spettatori. Nel frattempo, Lindsay Lohan annuncia la sua prematura dipartita: la piangeremo. 

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