Rebel rebel: HUNGER GAMES – LA RAGAZZA DI FUOCO di Francis Lawrence
REGIA: Francis Lawrence
SCENEGGIATURA: Michael Arndt, Simon Beaufoy
CAST: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Donald Sutherland
NAZIONALITÀ: USA
ANNO: 2013
Saliti sul carro dei vincitori Katniss e Peeta (ormai beniamini del pubblico) si vedranno costretti a combattere ancora per difendere la comunità ostaggio del potere. Se per gli spettatori più ciechi essi rappresentano modelli da emulare (finanche la nipote del potente Snow sogna una storia d’amore simile a quella del tributo offerto dal Distretto 12) per i poveri oppressi simboleggiano la rinascita. Qualcuno comincia a ribellarsi, tra la gente si leva alto il grido della rivolta e la paura e la violenza sembrano essere le sole armi per soffocare le agitazioni popolari. I vertici del sistema inoltre fiutano l’imbroglio e la grande messa in scena dell’ingannevole love story trasmessa in diretta per i fan di Capitol City. Il nuovo episodio della saga creata dalla scrittrice Suzanne Collins (allegoria formato young adult di una società distopica schiava dello spettacolo e dello show business) riprende da dove si era interrotta un anno fa: forte di un budget consistente di un interesse e un ammirazione di critica e pubblico arriva nelle sale un nuovo e densissimo lungometraggio a firma Francis Lawrence. Il regista di Constatine riesce nell’impresa: la prima parte di questa trasposizione funziona e avvince. Molti hanno denunciato un ritmo blando e la noia serpeggiante nei primi cinquanta minuti di visione, insolita caratteristica per un action movie. Per chi scrive invece il film apre con i fuochi d’artificio, con una Katniss sempre più tormentata, preda di incubi a occhi aperti e prosegue a passo spedito fino al momento dell’azione. La seconda parte è alquanto ripetitiva poiché lo spettatore già al corrente dello svolgimento delle prove attende solo la sorpresa; regista e sceneggiatori lo accontentano (da non perdere tutta la sequenza hitchcockiana delle ghiandaie imitatrici, così come quella dove i naufraghi di Lost sembrano aver invaso un immaginario per ragazzi). Le musiche di James Newton Howard e la rinnovata fotografia di Jo Willems dalla ricca gramma cromatica (sulla candida neve bianca si stagliano minacciose ombre nere, il rosso sangue inquina la purezza immacolata del gregge di minatori sottomesso, il marrone del fango e la pioggia incolore delineano ampi spazi di una prigione a cielo aperto) conferiscono alla pellicola atmosfere claustrofobiche e angosciose. Tinte e toni qui acquistano un valore quasi iconico: Katniss incarna la salvezza, la guerriera senza paura ma non priva di umanità nella quale la sua gente vede riflesso un barlume di speranza. Una speranza considerata da certi dittatori quale unica cosa più forte della paura ma da dosare accuratamente poiché una scintilla va bene, molta è pericolosa. Ella stessa sceglierà il verde quale colore preferito e poi quel cognome (Everdeen) impresso come un marchio indelebile sulla pelle non è tanto lontano da evergreen. Sul set tornano ancora più affiatati, gli stessi interpreti dell’episodio uno (a cominciare da una sempre convincente Jennifer Lawrence) con qualche bizzarra new entry. I pezzi da novanta però sono altri ed è un vero piacere ammirali tutti assieme: il nuovo e mefistofelico stratega Philip Seymour Hoffman e la coppia di giocatori Amanda Plummer e Jeffrey Wright, quest’ultimo geek con look alla Dizzy Gillespie. Sotto il profilo tecnico le cose cambiano radicalmente, a cominciare da un uso più sobrio della macchina a spalla che tanto aveva infastidito nel lungometraggio precedente. Come ogni saga di successo anche questa vedrà la fine ne Il canto della rivolta il quale nemmeno a dirlo uscirà diviso in due parti diretto sempre dall’autore di Io sono leggenda.