Double Vies – Olivier Assayas: Salotti e risate lardose
Regia: Olivier Assayas
Sceneggiatura: Olivier Assayas
Cast: Guillaume Canet, Juliette Binoche, Pascal Greggory
Anno: 2018
Produzione: Francia
Questa pochadina di Assayas non meriterebbe il tempo necessario a scrivere una recensione. Non più di qualsiasi cinepanettoncino apocrifo. Perché di questo si tratta. Qual è la distanza tra un film di Salemme o un corna-movie nostrano? Il suo autore, ovviamente. Ma direi anche che ce ne possiamo infischiare, perché qui di autoriale non c’è nulla. Comprendiamo magari la necessità di dirigere qualcosa di leggero dopo Sils Maria e Personal Shopper, ma qui il salto è tale da portarsi alla soglia del ridicolo. Capiamo anche che si tratti di un film di genere – quello della commedia borghese, uno dei più infettivi – con tutti i suoi cliché, le sue meccaniche, i suoi doveri; ma a cosa serve nel 2018 una robetta così abbozzata e semplicistica, priva di spessore se non quello del mero intrattenimento.
Ogni cosa, in Double Vies, è piegato alle logiche di un certo mercato. Una visione agghiacciante e anacronistica dell’ambiente intellettuale, in cui lo sghignazzo è tutto sessuale. Esattamente come in un cinepanettone. Davvero nel 2018 tutto ciò che si riesce a fare è parlare della digitalizzazione dell’editoria nei toni abbozzati e approssimativi di certi articoli giornalistici che iniziano con “Ormai gli SMS sono stati soppiantati da altre piattaforme di messaggistica”? Davvero questo è l’unico argomento – assieme a una gag ritornante su/contro Michael Haneke, una delle cose riuscite del film – mentre tutti scopicchiano con tutti? Ancora il personaggio principale deve essere uno scrittore fallito? Ancora tutti devono perdere tempo a sparlarsi e tradirsi in tutti i modi possibili?
È questa l’empia di cui certo pubblico necessita? Deve ridursi tutto a una commediola classista ed endogena in cui la bolla di minchiate personali e ammicchi di bassa lega rinvigoriscono le convinzioni di una platea alla deriva? Guardatevi una puntata a caso di Sex and The City, troverete molta più società, molta più capacità di scrittura, molto più cuore. E una visione del sesso meno arcaica.
Questa inerzia snob è disgustosa, ripugnante, ridicola. E se così deve essere, tutto ciò che sta accadendo, ce lo meritiamo.