Venezia 2014 – Burying the Festival/Cuori affamati: i voti dei superstiti ai film in Concorso
Tra gli spaccati e gli illuminati, seppelliamo un altro Festival, come Joe Dante con le ex. Queste le nostre lapidi commemorative per i film in Concorso. Ché tutti ci siamo strappati gli occhi, la frattura è spesso netta: chi per lanciarli allo schermo (capace di iniettare a GR overdose di cuori), chi per metterseli in tasca, verso un’altra sala, un’altra sezione – senza però notare troppo la differenza.
Venezia non affonda, ma non ha (più) fondamenta: non più vetrina, non più anteprima paradisiaca, va alla caccia del Cinema più distante dalla riva, quasi senza memoria di quel che poteva e avrebbe potuto.
Scava nel fango, colloca a caso, mai dubitante, propone ma non osa. Il realismo è il vero male.
Per fortuna che vince Roy Andersson, allucinato come sempre, allucinato quanto basta. Ma preghiamo per Birdman, relegato ad un’apertura aliena rispetto a tutto il resto. Preghiamo affinché Ferrara continui a causare terremoti infernali.
Perché Costanzo un giorno riesca a farsi afferrare.
Film, festival, sindromi, attori, personaggi, registi, cervelli ritornanti, immagini nuove nate morte, gloria che resusciti: in zombies we trust. Con i cuori affamati di cuori, con gli uomini uccello a riflettere sull’esistenza attorno al lago.
The Cut di Fatih Akın (Germania/Francia/Italia/Russia/Canada/Polonia/Turchia)
Davide Stanzione: ♥ Il Leone degli sbadigli.
Leone d’Oro – A pigeon sat on a branch reflecting on existence (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron) di Roy Andersson (Svezia/Germania/Norvegia/Francia)
Alessandro Tavola: ♥♥ Una scossa(potentissima) e poi solo l’eco.
DS: ♥♥♥♥ La luce in fondo al tunnel.
Giampiero Raganelli: ♥♥♥♥♥ L’orgoglio di Andersson
Fiaba Di Martino: ♥♥(♥) e dopo venti minuti intriguing, suicidio collettivo.
La recensione
99 Homes di Ramin Bahrani (USA)
AT: ♥(♥) Siamo brutti, sporchi e tanto buoni, americani, butterati, con il denim e le macchine grosse.
DS: ♥♥♥ Cinema solido, classico, civile: americano.
FDM: ♥♥♥– e non mi riprenderò mai più dai primi piani in putrescenza di Michael Shannon e Laura Dern.
Premio Osella per la migliore sceneggiatura - Tales (Ghesse-ha) di Rakhshan Bani-Etemad (Iran)
AT: ♥(♥) Parola=superbia.
GR: ♥♥ Basta con i film iraniani con gente che va in macchina!
DS: ♥(♥) Il più stantio, vecchio, superato dei film in concorso.
FDM: ♥♥(♥) vedi commento su Andersson, solo che lì almeno c’era la scimmia in cgi. Qui la scimmia in cgi siamo noi.
Le rançon de la glorie di Xavier Beauvois (Francia/Belgio/Svizzera)
DS: ♥ Tra la fiaba e il bozzetto.
FDM: ♥♥♥+ e voglio bene a Benoit Poelvoorde.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile e femminile - Hungry Hearts di Saverio Costanzo (Italia)
AT: ♥♥♥(♥)++ L’anima fobica e a stracci di Costanzo continua la sua ossessione disinfettante.
DS: ♥(♥) Costantemente a un basso dal ridicolo, ma – proprio per questo – assai fascinoso. La doppia Coppa Volpi è un crimine, comunque.
FDM: ♥♥♥(♥)++ e Costanzo tu si’ na cosa grande pe’ me!
Premio Marcello Mastroianni - Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte (Francia)
AT: ♥♥(♥)/♥♥♥ La rabbia preadolescenziale francese continua ad essere un cliché che va saputo usare.
DS: ♥♥ (♥) Cinema francese medio, perfettino, impomatato.
FDM: ♥♥♥+++ e Desplat approves!
Pasolini di Abel Ferrara (Francia/Belgio/Italia)
AT: ♥ Ferrara non ha mai spesso di cagare demoni direttamente dal cervello: talvolta gli riesce, altre no. Ora meno che mai.
GR: ♥♥♥♥♥ Pasolini si ripete.
DS: ♥(♥)A Ferrara la vampirizzazione di Pasolini non riesce com’era legittimo sperare. Un film malfermo, esile, neanche pretenzioso. Solo fluttuante, come il sogno di un film che non c’è stato. Già dimenticato.
FDM: ♥♥ e la seconda morte di PPP.
La recensione
Manglehorn di David Gordon Green (USA)
DS: ♥(♥) Un film senile girato in modo altrettanto senile.
GR: ♥♥ Al Pacino sfatto è meglio di quello teatrale di The Humbling.
Birdman di Alejandro González Iñárritu (USA)
AT: ♥♥♥♥– A fine Festival ci avrebbe ricordato cos’è il cinema; messo all’inizio ce ne testimonia lo sfiorire.
DS: ♥♥♥(♥) Una boccata d’ossigeno rigenerante. Peccato sia stata all’inizio, e non in mezzo.
FDM: ♥♥♥♥ e non sono ancora uscita dal vortice.
3 coeurs di Benoît Jacquot (Francia)
AT: ♥ Merdà.
DS: ♥ Ma a che/chi serve, oggi, questo cinema, lezioso e ombelicale, scritto male ma recitato e diretto ancor peggio?
GR: ♥♥♥ Melò con tutti i crismi, però il razzismo verso i cinesi…
Leone d’Argento - The Postman’s White Nights (Belye nochi pochtalona alekseya trayapitsyna) di Andrei Konchalovsky (Russia)
AT: ♥♥(♥)++ La desolazione è un cubo di Rubik di soli tasselli azzurri.
GR: ♥♥♥♥♥ Il lago e l’orizzonte.
DS: ♥♥♥ Ipnotico come poche altre cose del Concorso. Lo spaccato socio-ambientale non sempre regge, ma il nitore di alcune sequenze produce le immagini più belle e luminose di questo festival.
FDM: ♥♥♥(♥) Koncha invece di far piangere i bambini con le sigarette, li minaccia con la strega delle paludi. Per me, genio.
Il giovane favoloso di Mario Martone (Italia)
AT: ♥♥♥– Libri(cci)no.
DS: ♥♥♥(♥) L’infinito talento di Martone, ad illuminarci gli occhi e il cuore.
FDM: ♥♥♥ soltanto per quel finale pieno di stelle e finalmente pieno di lui.
Premio Speciale della Giuria – Sivas di Kaan Müjdeci (Turchia)
AT: ♥♥ Disonestamente incatenato.
DS: ♥♥ Una crudezza che sguazza nel ricatto, che si guarda allo specchio e non problematizza come dovrebbe. Ma la regia ha una forza non da poco.
GR: ♥♥♥♥♥ Film grezzo, sporco e impuro.
Anime nere di Francesco Munzi (Italia/Francia)
AT: ♥♥(♥)++ Munzi sa perdere inchiostro nal naso, ma gli si secca prima di arrivare al mento.
DS: ♥♥(♥) Crime all’italiana didattico, di buona fattura ma senza troppo nerbo, a parte una manciata di sequenze. Dopo Gomorra su certe cose occorre alzare l’asticella, per rimanere sugli scudi.
Good Kill di Andrew Niccol (USA)
GR: ♥♥ La guerra asimmetrica e i videogiochi, Afghanistan e Las Vegas: belle idee ma la bassa retorica americana buonista rovina tutto
DS: ♥ Un film ingolfato in modo indecente da manicheismo e rozzezza fascistoide. Impresentabile.
FDM: ♥ e Dio salvi l’America che salva le donne afghane e ne ammazza i figli, viva viva l’America.
Loin des hommes di David Oelhoffen (Francia)
DS: ♥ Osella al montaggio più piatto della storia. Il film più bolso del festival, o giù di lì.
AT: ♥(♥) Pietosa pulita perfezione vuota e farlocca.
Gran Premio della Giuria - The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (Danimarca/Finlandia/Norvegia/Indonesia/Gran Bretagna)
AT: ♥♥(♥) Elementale/elementare.
GR: ♥♥♥♥♥ Ancora un atto di uccidere.
DS: ♥♥♥ Lo schiaffo, la vergogna, il pugno nello stomaco. Ancora e ancora. Urrà per Joshua Oppenheimer, cineasta raro e prezioso.
FDM: ♥♥♥(♥) e regalatemi un Oppenheimer all’anno, grazie.
Fires on the Plain (Nobi) di Shinya Tsukamoto (Giappone)
AT: ♥♥♥(♥)+ Tsukamoto applicato, appiccato, impiccato.
GR: ♥♥♥♥♥ La condizione umana è carne a brandelli.
DS: ♥♥ Tsukamoto al quadrato: ma stavolta l’insieme è pernicioso, ottuso, quasi stucchevole. Il discorso del regista nipponico sul corpo e le sue contaminazioni è diventato uno sbandieramento d’efferatezza più che una necessità effettiva. Una delle delusioni più cocenti del festival, per il sottoscritto, che il regista di Vital l’ha sempre venerato.
FDM: ♥♥♥(♥)+ tutti i fuochi di sangue e gli artifici della carne di Tsuka hanno squarciato lo schermo plumbeo della Mostra, grazie Tsuka.
Red Amnesia (Chuangru zhe) di Xiaoshuai Wang (Cina)
AT: ♥♥(♥) Prima vince e poi perde della sua stessa semplicità.
DS: ♥♥♥ Una sorpresa di rigore, compostezza, tatto umano, delicatezza. Lasciare l’attrice protagonista fuori dal palmarès è un atto di miopia gravissimo.
FDM: ♥♥♥ e non ho capito perché la vecchia non ha vinto la Coppa Volpi.