THE HOLE
REGIA: Tsai Ming Liang
CAST: Lee Kang Sheng, Yang Kuei
Mei, Tien Miao
SCENEGGIATURA: Tsai Ming Liang, Yang Pi-Ying
ANNO: 1998
A cura di Andrea Fontana
VIVE L’AMOUR!
A ridosso del 2000 il mondo
è impazzito. La gente è contagiata da una malattia indefinibile, che porta gli
esseri umani a comportarsi come insetti. Piove in continuazione e la spazzatura
è gettata dalla finestra anziché portata negli appositi contenitori. Sembra
l’Apocalisse immersa nel più totale disinteresse umano. In questa
situazione un ragazzo e una ragazza, vicini di casa si innamorano in maniera
alquanto particolare: attraverso un buco che rende comunicanti i loro
appartamenti. La coerenza e la genialità che caratterizzano The Hole di Tsai Ming-Liang sono davvero
uniche. Il regista approfondisce le sue tematiche in maniera trasversale,
innovando il suo cinema, che aveva conosciuto pessimismi radicali con Vive l’amour e Il fiume, con l’ironia. Il suo è
un cinema lento e pensato, assolutamente elitario, che si ispira all’arte
di Antonioni e al suo concetto di incomunicabilità
come emblema della paralisi esistenziale. Mantiene lo stile ricercato
dell’autore italiano, scolpisce movimenti di macchina pressoché statuari
e minimali. Ma diversamente da Antonioni trova
nell’amore la soluzione alle problematiche esistenziali. Il film oscilla
tra due estremi: da una parte il mutismo e la glacialità della pellicola,
scandita dalle vite banali e ripetitive dei due protagonisti; dall’altra
la staticità dell’azione è ribaltata da intermezzi musicali che fungono
da riflessi dei pensieri dei due giovani protagonisti. Musical ed
esistenzialismo insieme.
Le metafore di The Hole sono chiare ed efficienti: il
mondo immerso dalla pioggia e dalla spazzatura è simbolo di una decadenza
inevitabile verso cui l’uomo si sta dirigendo; la malattia che costringe
a comportarsi da insetti indica una tensione dell’umano verso
un’animalità radicale, che non si limita alla dimensione felina ma
addirittura a quella degli insetti; la solitudine che attanaglia i due è
spezzata da un buco (che il ragazzo tenta di “penetrare” con la
gamba), che si fa limen comunicativo; il 2000 diviene
soglia temporale di ansie millenarie simil-protestanti, che strizzano l’occhio a quelle
che hanno caratterizzato l’Europa durante il passaggio al Primo
Millennio.
The Hole è
una delle opere più riuscite di Tsai
Ming-Liang, probabilmente è il film che segna una
svolta nella sua carriera. Da The Hole in poi Ming-Liang
porterà avanti la sua idea di cinema e la sua poetica particolare con una
coerenza autoriale di difficile portata.
(21/12/05)