NAPOLEON DYNAMITE

REGIA: Jared Hess
CAST: Jon Heder, Jon Gries, Aaron Ruell
SCENEGGIATURA: Jared Hess, Jerusha Hess
ANNO: 2004


A cura di Davide Ticchi

SONNOLENTIA

Essere intorpiditi, passivi, apatici ed in stasi, insomma vivere costantemente nel letargo della propria routine quotidiana potrebbe significare per chi è autore di una simile esperienza esistenziale il crollo di una lucidità, dinamicità e coerenza solo apparente ai sensi umani.
Napoleon Dynamite si (di)mostra ai nostri occhi come il rappresentante più nerd della categoria dormiente post adolescenziale, quella che ha già speso ogni energia durante l’infanzia, e che non ha intenzione di prendersela granché se nella vita adulta niente è come ce lo si era immaginato. La mattina, in piedi nel giardino della propria villetta ad aspettare l’autobus, Napoleon sembra essere sorretto dall’aria o dai suoi stessi grossi e plastificati doposci, fuori moda oltre che stagione. Mentre il sole picchia, il nostro “dinamitico” eroe tira un sospiro affannoso causato dall’eccessivo stress, nervoso e sofferenza accumulati durante l’attesa. La sequenza sembra ricondurci alla dimensione privata del vivere, proiettandoci sullo schermo proprio in quei momenti nei quali la puerile sofferenza giornaliera ci attanaglia appena svegli, mentre siamo terribilmente angosciati dalla noia cosmica di cui purtroppo anche noi facciamo parte.
Il messaggio è semplice, un input che sta tra l’intelligente, il molto arguto e il demenziale più sfrenato, e da cui il film viene da sé, costruito su gag praticamente “invisibili” a occhio nudo, proprio perchè contraddistinte da quei movimenti, sbuffi o scenari patetici che troveranno il riso e l’autoironia in molti spettatori particolarmente attenti a questi aspetti “fisiologici” nella vita di tutti i giorni. Si dialoga su temi tra i più banali della storia dell’umanità, che insieme ai comportamenti del tutto illogici di alcuni personaggi, a loro volta poco probabili, creano un crescente stato di irritante (s)fiducia nell’uomo semplice, goffo e ridicolo che va a popolare alcune aree semidesertiche degli imponenti Stati Uniti d’America.
Napoleon vive insieme alla nonna e al fratello Kip nell’Idaho, la sua vita procede lentamente tra noia e insofferenze, fino a quando la nonna scompare e a sostituirla per un po’ arriva lo zio Rico. Questi medita insieme a Kip un rapido giro d’affari in base alla vendita domiciliare di diversi articoli casalinghi. Invece Napoleon al college conosce Pedro e Deb, due suoi nuovi amici con i quali cercherà di trovare la via della serenità.
Non di facile lettura questo divertente lavoro di Jared Hess che vince agli Mtv Movie Awards facendo scalo al Sundance Film Festival, e divenendo in America un piccolo caso commerciale nel giro di breve. Si tratta infatti di un’opera prima che coinvolge sia una certa marcata dimensione di originalità espositiva e comica, legata soprattutto alla dimensione estetica delle scenografie ed all’impostazione espressiva dell’intero cast, sia ad una già matura visione cinematografica e fotografica degli ambienti e dei colori, sempre in netto e deciso contrasto tra di loro. Si presenta inoltre l’antilogia della sottomissione fisica da parte dei nerd a tutti gli altri esseri umani, i quali perdono potere e redenzione nel momento stesso in cui Napoleon raggiunge la pace interiore e l’armonia con il cosmo, tradotta in felicità. E’ probabile che questi saranno destinati a “svegliarsi”, e Napoleon a farci smettere di ridere.
Formidabile il ballo di Jon Heder sui passi di Jamiroquai con “Canned Heat”.

(09/11/05)

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