LE PARTICELLE ELEMENTARI

REGIA
: Oskar Roehler
CAST: Moritz Bleibtreu, Christian Ulmen, Martina Gedeck
SCENEGGIATURA: Oskar Roehler
ANNO: 2006


A cura di Davide Ticchi

HAPPINESS INFINITESIMALE

L’apparente felicità si ripresenta, sotto mentite spoglie di psichiatra si nascondeva in realtà un’indole votata alla pedofilia, nell’Happiness solondziano datato 1998. Oskar Roehler, otto anni dopo, preceduto dallo scrittore francese Michel Houellebecq, autore dell’omonimo romanzo scandalo da cui il film è tratto, intercetta nel “sesso” e nella sua privazione dalla vita di un uomo, una diffusa ragione di caduta nel baratro della sofferenza e dell’auto-persecuzione. La mancanza di sesso, come di amore per Platone, porta l’uomo a percepirsi come incompleto, parte insufficiente di una ricerca incessante e senza esito, dove il sesso e l’amore appaiono come meri palliativi, ma anche un’esigenza per l’individuo. La ricerca del sapere, della conoscenza, distoglierebbe l’attenzione dell’uomo dalla materialità edonistica del mondo, ma esso stesso sembra aver trovato la soluzione adatta al “problema” della procreazione sessuale, attraverso la clonazione e l’inseminazione artificiale. Questo anziché annullare la problematicità della prestazione e della realizzazione orgasmica, incentra la questione sull’infertilità dell’amplesso che diviene atto di sfogo fine a sé stesso, esclusiva soddisfazione di corpi deficitari.
Macerato dalla solitudine fisica e psicologica, Bruno, un insegnate delle superiori di mezza età, è morbosamente impensierito dall’attività sessuale che da troppo tempo gli sfugge. Le sue alternative sono la masturbazione ed il pedissequo tentativo di approcciare un’allieva, che puntualmente lo rifugge. Michael, suo fratellastro, è tanto introverso e disinteressato al sesso quanto Bruno ne è ossessionato, il suo lavoro è la ricerca genetica ed oltre a condividere la madre Jane, con esso, partecipa ad un forte legame affettivo che lo tiene unito a lui fin dall’adolescenza. Pur con queste enormi differenze caratteriali, i due trovano l’amore quasi simultaneamente. Bruno incontra una donna come lui, Christiane, ottenebrata dalla sessualità, e Michael un amore pudico che portava con sé fin dall’infanzia. Ma la malattia è in agguato per le due donne, e le fragilità di Bruno e Michael poste di fronte ad un duro ostacolo da superare.
Simile ad una lunga reazione molecolare, la vita degli uomini è costituita da eventi in grado di attivare una nuova reazione oppure di privare di senso tutte le altre. Un vero e proprio gioco di precisione matematica sembra diventare l’esistenza di Bruno e Michael, segnata da visioni delle cose totalmente speculari, ma riassunta in un unico concetto di logica causa/effetto. Oskar Roehler prende in mano un romanzo controverso per realizzare una trasposizione cinematografica perfettamente equilibrata, in cui si anticipa l’irregolarità dei sentimenti e della ragione con la rigida formulazione di teoremi psichiatrici, come durante il consulto tra Bruno e la psicologa emergono i tratti più sintomatici della vita di lui. Ciò che ne scaturisce sono atti contraddittori, di attrazione e repulsione verso l’oscuro oggetto del desiderio che è l’atto sessuale, e per questo entra in gioco la soluzione adottata da Michael, dare vita alle cose attraverso corpuscoli, organuli ameboidi privi della capacità di soffrire, di gioire, insomma distanti dalla variabilità dei sentimenti tipica degli uomini. Bruno è un classico esempio di incoerenza emozionale, di insicurezza interpersonale, e l’immagine che ne da Moritz Bleibtreu è ancor più tipicamente contraddittoria, un uomo fisicamente forte che soffre di insicurezze anche quando trova un amore capace di donargli soddisfazione sessuale, ma anche in grado di sconvolgerlo proprio nei luoghi dove il sesso diviene dura realtà da sperimentare e turbare. L’abilità eccezionale di contrapporre, unire nello stesso linguaggio espressivo la realtà di locali criptici e provocatori dove si pratica normalmente l’hard-sex, lo scambio di coppie e l’autoeccitazione, con accentramenti hippy immersi nella natura, dove il sesso è libertà dei sensi e dei ruoli sociali. Roehler dimostra di sapere conciliare gli aspetti più psichicamente eccentrici dei suoi personaggi con una saldezza di stile davvero esemplare. Come un Geppetto che da forma al suo Pinocchio, Roehler nelle ossessive psicologie dei suoi personaggi incide traumi infantili, sesso degradante e pazzia acquisita. Un cinema realizzato sfruttando la grande facoltà comunicativa del mezzo cinema, il suo standard tecnico più frequentemente utilizzato, il suo style editing di più alta comprensione metodologica, per mostrare in primo piano uomini comuni segnati da ossessività multiple e convulsive. Uomini che altrimenti passerebbero sotto lo sguardo distratto di ognuno, come banali particelle elementari.

(24/05/06)

HOME PAGE