Le tre migliori: WE ARE THE BEST! di Lukas Moodysson
REGIA: Lukas Moodysson
SCENEGGIATURA: Lukas Moodysson
CAST: Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne, Mattias Wiberg
ANNO: 2013
Come si fa a non amare Lukas Moodysson, regista impalpabile come il vento e cristallino come l’acqua, saldo come la pietra e dirompente come una fiamma. Come si fa a non amare i suoi personaggi liberissimi, vividi nelle loro spettinate imperfezioni, tremolanti di fragilità, sorridenti mentre trattengono il fiato (o no) e si gettano a capofitto nella vita. Amore perenne, da Fucking Åmål a Mammooth. Amore che si perpetua e che qui addirittura si triplica, andando ad abbracciare contemporaneamente tre bambine svedesi a cui forse non sono nemmeno spuntati i denti del giudizio, ma che nei primi anni ’80 di una arida Stoccolma battono i piedi con forza adulta e incoscienza giovanile per affermare la propria identità in formazione, mentre agognano una carriera nel punk e allo stesso tempo urtano turbate le prime delusioni della vita, le amicizie entusiastiche, le fatue infatuazioni verso ragazzotti ancora fuori fuoco. Andatelo a dire a loro, che il punk è morto.
We are the best! è l’annunciazione convinta, l’urlo di gioia e il grido di vittoria, il marchio di sangue e d’amicizia, l’ovazione collettiva e la dichiarazione che non permette replica, che freme nell’aria e sulle labbra, quando ancora si poteva gridare a squarciagola nei pullman e sotto la neve la propria unicità. Quella di Bobo, Hedvig e Clara, della loro puberalità graffiante e tenera, dolce e divorante, del loro odio per lo sport e del loro amore per gli Ebba Grön; finalmente a squarciare di realtà questi schermi italiani spesso ammuffiti da un’adolescenza presentata come palpiti anestetizzati o tutt’al più come pulsioni sessuali patinate da diario di scuola scaduto.
We are the best! di Lukas Moodysson è tanto micro – quasi minimal – e tanto armonioso, tanto bello, che mentre ci scorre negli occhi e sulla pelle lo sentiamo davvero. Sentiamo davvero di partecipare a quelle vite e di appartenere a quella storia: di avere quei capelli tagliati malamente, quelle coltri di vestiti troppo grandi, quegli occhiali così ingombranti, quegli aspetti così goffi e quelle anime così voraci. Ci sono, in We are the best!, momenti di cinema così piani, così puri e così veri da farsi invisibili. Da rendere l’esperienza di queste piccole grandi donne, in questo piccolo grande film, prima ancora che unica, anche fortemente nostra.