SESSO E FILOSOFIA
REGIA: Mohsen Makhmalbaf
CAST: Dalir Nazarov, Marian Gaibova, Farzova Beknazarova
SCENEGGIATURA: Mohsen Makhmalbaf
ANNO: 2005
A cura di Davide Ticchi
APOLOGIA DI AMORE
Il cinquantesimo compleanno è tappa fondamentale per la vita di un uomo,
momento in cui occorre fare un resoconto di quelle che sono state le emozioni
vissute ed una valutazione puntuale di ognuna d’esse, preventivando un
giudizio più alto e intransigente come quello del Destino.
John, neocinquantenne, decide di tirare le somme su
quanto ha significato per la sua vita Amore e di come abbia inciso nel
conteggio delle sue ore di pura e semplice felicità, proprio durante il giorno
del suo compleanno. L’ammontare di queste è di circa cinquanta, cioè
un’ora di felicità per ogni anno di vita, rivelando il suo lato più
marcatamente epicureo. Non distante è infatti la sua concezione
dell’esistenza umana, che pur rinnegando la teorizzazione
filosofica del mondo persegue una dottrina di vita tipicamente edonistica, che
solo nel finale svela il suo radicato pessimismo cosmico e umanistico con
l’insinuarsi di Destino. Infatti la convinzione che John
mantiene in tutto il film, e per la quale Amore può essere l’unico capace
di elargire momenti di felicità, viene infine capovolta dall’attuale
riflessione riguardante un mondo che non ama più e che non riconosce in Amore
la salvezza dall’infelicità.
D’un tratto, si può dire, il messaggio filmico cambia, l’atmosfera
s’incupisce a tal punto che si passa dal giorno alla notte, dalla luce
delle cinquanta candele sul cruscotto, simbolo degli anni dell’autista,
all’unica candela che gli resta in mano durante la notte. Questo è segno
che in fondo non esiste che una felicità momentanea, evanescente, che allevia
solamente il dolore e di cui non si può essere padroni, come John crede conteggiando tutti i minuti di felicità vissuti.
Più d’una volta il protagonista formula massime di grande valore e ci
rende partecipi del fatto che “la vita è tale solo quando si è
felici”, cercando di esprimerci quella che è l’infinita importanza
della felicità stessa, il bene più prezioso.
Il sesso, tema solamente sfiorato dal film, apprende qui il significato
virginale di condivisione sensibile di Amore, di contatto fisico ed espulsione
di passione, che si realizza anche con la danza. Altro elemento centrale di
Sesso e filosofia è proprio la danza, autentica orientale e di grande
espressività corporea, che finisce col ritagliarsi uno spazio più che ampio
all’interno del film, quasi a simboleggiare quella trascinante e
convulsiva rotazione dei sentimenti d’Amore, che pervade gli animi di
tutti gli interpreti. Non a caso le quattro amanti di John
convergono al suo appuntamento in preda a quei movimenti ritmici di una danza
di passione e seduzione. Moti irrefrenabili che si intersecano con sequenze di
pacata riflessione, semplice e funzionale alla simbologia degli atti
d’Amore e delle emozioni più remote. Infatti sembra qui rivivere l’estetica
del sentimento d’amore più spirituale ed etereo conosciuto attraverso Ferro3 – La casa vuota, anche se
l’ambientazione ed il fine del film di Makhmalbaf riconducono ad un
versante maggiormente propenso alla contestualizzazione
neo-neorealistica di molto suo cinema. Risiede infatti solo apparentemente in
secondo piano la consapevolezza di vivere comunque in una società povera, che
non offre grandi possibilità di realizzazione e abbandona al proprio destino
molti suoi uomini. Resta infatti indelebile l’immagine dei due suonatori
che accompagnano il viaggio in macchina di John,
innamorati e vestiti di stracci, in questa esemplificazione risiede tutto il
coraggio di Mohsen Makhmalbaf.
Un cineasta capace di andare oltre le ormai note problematiche sociali dei paesi
iraniani e afgani, di contrastare l’ispida convinzione di molti che
reputano il cinema di questi paesi un semplice mezzo di autocommiserazione, e
di parlare proprio per questo d’Amore. Necessario e privo di fronzoli il
linguaggio del regista iraniano centra l’obbiettivo, sottintende in
scenografie raggelanti la situazione civile del suo paese ed universalizza la
sua riflessione all’unico sentimento che potrebbe migliorarla. Amore
appunto.
Da ricordare uno splendido piano-sequenza aereo dove lui concede a lei il
proprio ombrello, mentre intorno a loro la neve sui tetti delle case comincia a
sciogliersi lentamente.
(15/04/06)