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C’è del marcio a Charming: SONS OF ANARCHY (parte 1)

son of anarchy 2

CREATA DA: Kurt Sutter
CAST: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Ron Perlman, Maggie Siff, Ryan Hurst
NAZIONALITÀ: USA
STATO DELLA SERIE: in corso/season finale

BLACK REBEL MOTORCYCLE CLUB

We were ridin’ out
With heads in the sky
We were ten and twelve and thirteen
We got BB guns and dirt bikes
And heads full of crowded dreams”
(BB Guns And Dirt Bikes, The White Buffalo

Niente è buono o cattivo se non è tale nel nostro pensiero.
Il buono e il cattivo dipendono dal pensiero che li rende tali”
(Amleto: atto II, scena III) 

Kurt Sutter non è uno qualunque. Saccente, presuntuoso, sboccato. Schietto come un destro sul naso. Mai banale, proprio come le sue creature televisive: piccoli miracoli capaci di trasportare la tragedia greca tra le righe della romanzata ricostruzione dello scandalo Rampart o di rileggere l’Amleto in sella alle Harley di un gruppo di trafficanti d’armi. The Shield prima e Sons of Anarchy poi, hanno certificato l’eccezionalità del Kurt Sutter show runner: quasi una mosca bianca nel panorama delle grandi produzioni via cavo USA; geloso e accentratore, deus ex machina e special guest chiave, Kurt Sutter non assomiglia affatto a un J.J. Abrams. Quello che inizia resta suo dal principio alla fine. Nessuna distrazione, interferenza o decentramento d’attenzione su altri progetti. E’ questo sentimento di paternità artistica mista a possessione e controllo che rende unici i suoi racconti: lo ha capito FX, che si appresta ad ospitare la settima e ultima stagione di Sons of Anarchy, show che, assieme a Justified The Americans, ha fatto dell’emittente un vero e proprio punto di riferimento dell’intrattenimento intelligente.

The Shield rivelava il talento di Kurt Sutter incorniciando nel piccolo schermo una frenetica messa in scena cinematografica, fatta di macchina a spalla centrifuga, inquadrature sghembe e zoomate improvvise; mentre le imprese dello Strike Team nella fittizia Farmington già si cibavano dei sutteriani mantra narrativi: dinamica di gruppo, sacralità, protezione e infine violazione di quest’ultimo in nome di un progressivo assottigliarsi del confine tra legalità e illegalità. Tutt’altro vestito invece, viene scelto per Sons of Anarchy: meno sporco, più classico e televisivo per quanto concerne la regia, ma invero gemellare nelle scelte di sceneggiatura, che sorniona esalta le tematiche precedentemente illustrate da The Shield accentuandone il tasso emotivo attraverso un ripetuto utilizzo dei montaggi musicali.

Muscolari solo alla facciata, The Shield Sons of Anarchy celano un cuore intellettuale e un cervello pensante. Se la parabola machiavellica del primo stabiliva una parentela di rimando dinamico con la tragedia greca, la spirale drammatica e familiare del secondo dichiara fin da principio il legame con l’Amleto approfondendo quanto di euripideo The Shield palesava; trovando in Sons of Anarchy terreno fertile per sviluppare psicologie maschili e elevare a potenza le figure femminili. Superbamente centrali nonostante un contesto che a prima vista sembrerebbe inaccessibile al gentil sesso.

 

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IL PRINCIPINO DI CHARMING

Sono costretto ad essere crudele per essere pietoso
[…] debbo essere crudele solo per essere giusto”
(Amleto: atto II, scena IV)

The tragical history of Hamlet, Prince of Denmark di William Shakespeare si reggeva su un triangolo che finiva per evolversi in pentagono: Amleto (Principe di Danimarca, figlio del defunto Re Amleto), Claudio (nuovo Re di Danimarca e zio del Principe Amleto), Gertrude (Regina di Danimarca, madre di Amleto, vedova del defunto Re e moglie del suo successore Claudio). Infine Ofelia, figlia di Polonio promessa sposa di Amleto. Orazio: amico fidato del Principe. Al centro del pentagono aleggia lo spettro di Amleto, il Re morto. Sons of Anarchy si sviluppa sul medesimo schema, che lega Jackson “Jax” Teller al patrigno Clay Morrow sposato con Gemma Teller Morrow: vedova di John Teller, fondatore dei Sons of Anarchy di Charming ora guidati da Clay ma destinati, un giorno, ad essere capeggiati dal giovane Teller. Attorno a loro fanno il proprio ingresso Tara (primo amore adolescenziale di Jackson) e Opie Winston (amico fraterno di Jax fin dall’infanzia). Replicato lo schema shakespeariano, Kurt Sutter mette in moto la sua tragedia attraverso il ritrovamento di un manoscritto ultimato da John Teller e ora nelle mani del figlio Jackson: tramite attraverso il quale al fantasma del padre è permesso di interagire con il primogenito naturale, quindi di palesarsi come presenza amletica nella Danimarca di Sutter. L’immaginaria Charming, casa dei Sons of Anarchy.

La spirale drammatica si struttura progressiva tra le righe, intervallata da passaggi action e criminali che al traffico d’armi con la Real IRA alternano scontri a fuoco con bande rivali, alterchi con la polizia locale e forze dell’ordine governative, screzi con organizzazioni ariane, condanne dietro le sbarre e alleanze con cartelli messicani. Escamotage, illusioni di trama verticale sotto le quali poggia l’obiettivo narrativo, orizzontale e principale di SOA: rifare l’Amleto, sporcarlo di grasso d’officina e polvere da sparo, corromperlo nell’ambigua morale che arma le gesta di un principino destinato a diventare Re, cresciuto in fretta ma non abbastanza da accorgersi di essere stato svezzato in un nido di vipere, circondato dal veleno dei segreti nascosti sotto due metri di terra. Un giovane, futuro regnante che porta la mietitrice tatuata sulla schiena e indossa la morte, la ostenta come patch cucita su un gilet di pelle: simbolo, bandiera e vessillo di quella corte che su Charming incombe; trascinandosi dietro il marcio dei suoi peccati.

Sulla giovane fisicità di Charlie Hunnam Kurt Sutter costruisce un personaggio affascinante e sfumato, nobile e brutale, leale nei confronti di un codice esistenziale che lo guida e al tempo stesso lo tormenta. Jackson “Jax” Teller è il punto d’incontro delle interpretazioni che Goethe Coleridge danno di Amleto. Se per il primo l’erede al trono di Danimarca impersonifica l’eroe romatico, emotivo e wertheriano in quanto oppresso da un’impresa più grande delle sue capacità, il secondo lo identifica come metafora dell’incapacità di agire, figlia di un carattere malinconico e riflessivo. L’Amleto di Sutter è questo e altro, perché capace di abbinare al suo essere meditativo spietati e vendicativi scatti d’azione: comunque tardivi, in quanto figli di quell’eccesso di pensiero che altro non rappresenta se non la traduzione aggiornata dell’essere o non essere. Jax Teller pensa, legge le memorie paterne e ben presto inizia a redigere le sue: sovraccarico di dubbi e responsabilità è tuttavia in grado di passare alle vie di fatto, cieche e sanguinarie come la violenza che l’ha educato alla vita.

Racconto criminale indirizzato ad un intrattenimento di genere che sia anche immersione sottoculturale in un microcosmo cristallizzatosi secondo le proprie regole: Sons of Anarchy si circonda, a partire dalla memoria del defunto Teller, di un’atmosfera di morte che si riflette sullo stemma del club salvo riverberarsi attraverso una serie di precisi rimandi religiosi: quali il cimitero di Charming, la devota Belfast o la cappella dell’ospedale Saint Thomas, mentre non disdegna immagini spirituali come la presenza quasi epifanica del padre di Jackson o l’apparizione di una misteriosa senza tetto che negli snodi chiave di stagione usa comparire al fianco del giovane Jax; quasi a volerlo indirizzare verso la giusta scelta. Proprio quella decisione spesso posticipata per incertezza, in quanto il vero avversario del giovane principe di Charming sembra essere proprio il dubbio: ovvero il medesimo antagonista che contribuiva a procrastinare la vendetta dell’Amleto di Danimarca.

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