a cura di Sandro Lozzi
Ritmi scanditi dalle ripetizioni, dalle deviazioni, dalle uscite di campo, di scena e di storia, dai ritorni di personaggi e situazioni che viaggiano aleatoriamente nello spazio e nel tempo manifestandosi al tempo stesso come testimoni e come unico segno logico dell’incedere insensato e immobile dell’uomo nella storia.
a cura di Luca Lombardini
Giunta alla terza prova dietro la macchina da presa, Marina de Van si conferma regista incline a un cinema psichiatrico, da mente disturbata e licenzia una pellicola che non ha nulla da invidiare ai nomi celebri della nuova onda francese, perfettamente in linea con le sue due precedenti opere.
a cura di Martina Calcabrini
Hallström si conferma un esperto burattinaio, un abile manovratore di anime, sebbene l'impianto scenico venga allestito in modo frettoloso, superficiale e poco curato. L'ipnotista si […]
a cura di Chiara Pani
La messa in scena è rigorosa, forte di uno stile atipico che dimostra un innato talento per le immagini, con trovate registiche efficacissime che […]