venezia 2017

Venezia 2017: Manhunt di John Woo (fuori concorso)

manhunt

 

REGIA: John Woo
SCENEGGIATURA: Gordon Chan, Chang Hing-kai, James Yuen
CAST: Hanyu Zhang, Masaharu Fukuyama, Stephy Qi, Ji-won Ha, Jun Kunimura
ANNO: 2017
PRODUZIONE: Cina, Hong Kong

 

In pompa magna, a mo’ di epica chiusa, Woo dalle ceneri come una fenice, più pazzo e incontrollato di prima, di nuovo action, di nuovo noir, di nuovo roboante e di nuovo kitsch. Gli elementi ci sono tutti: il doppio (amici-nemici/poliziotto-criminale),  la presa in giro dei luoghi comuni del genere tramite il parossismo degli stessi, il sentimentalismo romantico, la stravagante scheggia impazzita che è il suo montaggio, qui in libera corsa come un cavallo senza briglia. Woo c’ha la sua età, non si crede mica di rivoluzionare (l’ha già fatto) la teoria della crime story, capisce che è, sì, il caso di fare dell’autoironia: Manhunt è un’opera che calca sulla drammaticità dei suoi snodi fino alla parodia, infilandovi volontariamente auto-citazionismi e scherzi cinefili, ammiccando beffardamente al suo spettatore che sa essergli devoto. Il fan ritrova finalmente tutte le geniali intuizioni sgangherate in forma necessariamente meno seriosa (e meno seria), in un tacito accordo di mantenute promesse, mentre il neofita si abbandona al gioco spassoso, eccessivo e scorretto della messa in scena di Woo, il tutto annaffiato dai colori sgargianti di un digitale grezzo e ipersaturo, a rendere l’impianto possibilmente ancora più pop, più pacchiano, più gustoso. Non si potrà prendere sul serio, ma, si canta, when doves cry.

 

Condividi

Articoli correlati

Tag