Verboten! Necrofilia borderline: GERONTOPHILIA di Bruce LaBruce
REGIA: Bruce LaBruce
SCENEGGIATURA: Daniel Allen Cox, Bruce LaBruce
CAST: Pier-Gabriel Lajoie, Walter Borden, Katie Boland
NAZIONALITÀ: Canada
ANNO: 2013
Anche Bruce LaBruce diventa un hipster, e pure di quelli così romantici da essere quasi affettuosi, come una sorta di indie romance queer made in Sundance, giusto con un tocco macabro in più, una piccola dose di malattia per non scordarsi mai la propria provenienza underground dai ghetti meno battuti del cinema. In questo caso, l’età: nulla di scandaloso che il giovane protagonista sia un ragazzo innamorato di un altro uomo, se soltanto quest’uomo non fosse praticamente un nonnetto che ha il quadruplo della sua età. E’ qui la parte interessante, perchè l’attrazione non nasce necessariamente dall’omosessualità, bensì da un morboso richiamo verso persone ormai sul punto di morte: pietà o necrofilia? Il regista canadese dimostra di sapersela cavare lontano dai suoi eccessi di pornografia gore, confezionando un’opera che devia il romanticismo in territori raramente esplorati, e tirando fuori quello che è, a tutti gli effetti, un Harold & Maude più narcotizzato e lisergico. Ruba i luoghi comuni più usati e riconoscibili dei generi e li rivomita in un miscuglio magneticamente affascinante, rivelandosi autore inaspettatamente versatile e addirittura poetico. Così, abbiamo la colonna sonora che parte a ritmo nel momento dell’innamoramento, il montaggio da video musicale pop e l’ironia frizzante di certi rom-com tra i più cool, ma anche imbarazzanti erezioni, proiezioni erotiche, seghe e pompini sull’orlo del trash: LaBruce impasta la tenerezza con l’aspro, lo scabroso con la morbidezza, e il risultato è un film che fa del suo mood borderline il proprio punto di forza. Gerontophilia è un film da amare e difendere perchè sa rendere insolito il naturale e naturale l’insolito, e più volte la pellicola appare molto più vicina a certi Gregg Araki piuttosto che a L.A Zombie o The Raspberry Reich, segnando una nuova svolta per il regista, qui per la prima volta non solo tenero, ma addirittura alle prese con un romanzo di formazione in un atipico teenage movie. Bruce LaBruce ha momentaneamente messo via gli album degli Exploited e dei Sex Pistols, e alla loro anarchica incazzatura ha preferito il mood brit-pop generazionale dei Pulp.