BELLE TOUJOURS

REGIA: Manoel de Oliveira
CAST: Michel Piccoli, Bulle Ogier, Ricardo trêpa
SCENEGGIATURA: Manoel de Oliveira
ANNO: 2006


A cura di Davide Ticchi

VENEZIA 06’: IL CENACOLO

Ormai dal quasi centenario Manoel possiamo attenderci di tutto, ci paventa la possibilità di realizzare un sequel di Bella di giorno e ritorna, per chissà quale volta, alla sessantatreesima Mostra del Cinema di Venezia con sottobraccio il bastone ed una scatola nera, con dentro Bella sempre. Il suo ultimo lungometraggio estende fino all’infinito quel nomignolo divenuto ormai celebre, che Séverine si attribuiva durante le sessioni pomeridiane di espropriazione del proprio corpo in prestito per l’altrui e personale godimento sessuale, amplificando così la durata di una bellezza frigida a quella indeterminata del tempo. Sempre. Toujours. Bella tutti i giorni.
Manoel de Oliveira omaggia Luis Bunuel, la Sèverine invecchiata i ricordi della giovinezza e Husson la possibilità che ha avuto, quella di osservare dall’alto, voyeuristicamente, gli avvicendamenti psicologici e comportamentali di Belle de jour. La verità sul suo passato sembra tenerla in mano lui solo, perché l’aver riferito o meno al marito di lei chi diventava sua moglie durante il pomeriggio cambierebbe molte cose… Manoel lo sa bene, e nel suo film gioca con le emozioni evocative che l’atmosfera di Parigi richiama al presente, ipotizzando i sentimenti e le reazioni che i due personaggi bunueliani potrebbero oggi avere.
L’anzianità non è un limite, questo film ne è una prova schiacciante, quanto un sintomo di estrema sapienza, eleganza del tocco, del movimento e del casquet. Gli anziani Séverine e Husson sono padroni di quell’istintualità addomesticata nel tempo, e quindi ora in grado di essere sobri e brillanti durante la cena delle beffe, verso cui tutto il corpus filmico è rivolto, e il climax destinato a ridiscendere. De Oliveira lavora con moderatezza, realizza un film diviso in scenari narrativi equidistanti: il concerto, le vie del centro, la dimora. Il caso, il ricordo, la riflessione. Fondamentalmente a guidare il racconto del saggio Manoel è proprio il “caso”. Chi ha detto che la vita dei personaggi di un film debba terminare con il THE END, o che debba per forza riprendere da dove era stata interrotta? Trentotto anni dopo, un buco spazio-temporale al centro, e tutto è irrimediabilmente diverso, o forse nemmeno. Ad ogni modo a nessuno dei due interessa sapere nulla dell’altro, di cosa gli sia capitato in tutto questo tempo, perché ciò che realmente importa ad entrambi è Bella di giorno ed il suo docile maritino. Belle de jour come capolavoro cinematografico da omaggiare in ogni momento, come tutte le emozioni che il cinema sa elargire ai nostri animi, e per questo va ringraziato. Un maestro che ringrazia un maestro, due autori destinati ad essere ricordati per sempre nella storia del cinema, per quello che hanno realizzato, con esemplare impegno e dedizione. Uno preferiva il giorno per raccontare le sue storie, l’altro conclude il suo ultimo lavoro con il buio della notte (e della sala) che inghiotte tutti i personaggi (e gli spettatori), in un vortice di emozioni grandi. Come a dire che il loro cinema resterà Bello, per sempre. Toujours.

Bulle Ogier sostituisce egregiamente Catherine Deneuve. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

 

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(20/09/06)

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