Ultimi aggiornamenti
A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Se nella sconfitta esiste un retrogusto dalla sfumatura poeticamente appagante, che nulla ha a che vedere con la banalità celebrativa della “semplice” vittoria, allora Miller è riuscito nel prodigioso intento di individuarlo: mostrandocelo in tutta la sua malinconica e perdente bellezza.
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A cura di Paolo Villa
VISIONE. Brandon e Sissy, due esseri senza un futuro e senza un presente, ma con solo un passato da cui non escono a veder la luce delle stelle. Subentra la dipendenza, che si nutre dell’apostasi di esteriorità e interiorità dell’individuo, che la divora, che finisce per far girare il suo ospite per la vita come un mezzo automa.
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A cura di Pierre Hombrebueno
VISIONE. Già memoria, già accaduto; è ricostruzione wellesiana che scava la superficie in cerca dell'anima che giace sotto. Che la stessa figura di J Edgar possa essere emblema di ciò che è diventato il cinema di Clint Eastwood oggi? ricercare ricadere risalire vincere amare amarsi sparire già come sempre, fantasma?
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Una ricerca d'archivio portata a termine da un topo di biblioteca, un po' secchione e con poca inventiva; minuziosa, esauriente, precisa: quello che ora ci appare come datato o degno retaggio di un'altra nostalgica, epoca filmica, rappresentava invero una delle consuetudini sul grande schermo.
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A cura di Giampiero Raganelli
VISIONE. Non basta certo chiamare il protagonista George Valentin per richiamare un’icona cinematografica. Non trapela in alcuno modo un amore vero per il cinema classico, piuttosto The Artist si rivela come un’operazione fredda, un divertissement studiato a tavolino, una galleria di simulacri di facce d’epoca.
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A cura di Ilario Pieri
VISIONE. Gioco di ombre è uno spettacolo rocambolesco tra incubi di guerre mondiali, esplosioni, scacchi al re del caos, maschere e pugnali. Ritchie sfodera il suo repertorio di sempre, tra flashback e ralenti da orticaria, e per accontentare più spettatori possibili, si perde più volte lungo il cammino.
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Enter the void è un universo parallelo, dove Inland Empire e Strange Days sono ancora in post produzione, Requiem for a dream è una bozza di sceneggiatura e Black Rain è ancora nella mente di Ridley Scott, Trainspotting e Paura e delirio a Las Vegas non vengono classificati come cinema popolarmente riconosciuto.
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Clooney guarda Pakula da distanza di sicurezza, senza la presuntuosa convinzione di poterlo quanto meno avvicinare, mentre coscienti squarci liberal di un Lumet o di un Pollack fieramente d'annata ci ricordano che si: siamo ormai in presenza di un regista fatto e formato, cristallino e diretto, lineare ed efficace.
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A cura di Ilario Pieri
VISIONE. Il futuro c’è eppure non si vede. E’ il salto nel buio di reminescenze in celluloide a fare il gioco. L'on the road, i motel, i continui allenamenti al mattino, la tuta col cappuccio, la novella del perdente. Immaginazione di scenari vintage: prevedibilità, sincerità, metafora dell’arte senza tempo del cinema.
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Sopravvivere. Questo l'infinito attorno al quale gravita PJ20. Cameron Crowe onora i Pearl Jam arrivando al cuore della loro musica immortalandoli come dovrebbero essere considerati e ricordati: come una band nata in e da un ambiente amichevole e cameratistico, dal quale ha succhiato e si è nutrita.
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