THE PRESTIGE

REGIA: Christopher Nolan
CAST: Hugh Jackman, Christian Bale, Scarlett Johansson
SCENEGGIATURA: Christopher & Jonathan Nolan
ANNO: 2006


A cura di Luca Lombardini

ROMA 06’: IL SIGNORE DELLE ILLUSIONI

Presentazione, colpo di scena, prestigio: sono i tre comandamenti dell’illusione magica dai quali prende spunto C. Nolan per il suo ultimo, magnifico film. Il regista di Memento, Insomnia e Batman Begins, presta la sua poetica al servizio della trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Christopher Priest, un incontro, quello tra i tormenti artistici del cineasta e il taglio fantasy - thriller impresso dallo scrittore al suo libro, capace di generare una creatura di celluloide dai mille significati nascosti, una riflessione sul cinema e sulla vita talmente profonda da lasciare senza fiato. Sorretto da un budget in stile blockbuster movie (40 milioni di dollari), The Prestige è una pellicola raffinata e solo apparentemente macchinosa, regolata da una sceneggiatura scritta a quattro mani dai fratelli Nolan, ricca di tensione e inaspettati colpi di coda, resa ancor più intrigante da una regia di ampio respiro che, una volta fatte sue le sfumature gotiche di una fotografia suggestiva (la sequenza del bosco coperto dalla nebbia ma illuminato dalle lampade fissate nel terreno, ad esempio), arriva a rasentare le atmosfere del miglior Burton.
Tuttavia, per comprendere al meglio la vera anima dell’opera, bisogna spiare sotto l’elegante abito tecnico disegnato su misura dal regista per la sua ultima fatica, perchè The Prestige in realtà, prima che un prodotto cinematografico, è uno studio meliesiano sul cinema stesso. Se si guarda a quest’ultimo con l’occhio dell’autore di Viaggio fantastico dalla terra alla luna infatti, quale allegoria si presta meglio alla concezione della settima arte se non questa? Che cos’è un regista se non un grande illusionista? E ancora, il cinema non è forse un grande gioco di prestigio solo un po’ più lungo dei tre tempi citati in apertura?
Intuito ciò, non sarà difficile capire quali sottotracce criptate legate a quest’operazione abbiano di fatto affascinato Nolan che, da buon creatore di mondi paralleli e fantastici, comprende le potenzialità metaforiche insite nella figura del mago, ultimo baluardo dell’inganno e della finzione scenica prima della nascita del cinematografo.
E all’autore non interessa solo il risultato, cioè il “film” montato, pronto a strabiliare il pubblico con i suoi “incredibili” effetti speciali, ma vuole indagare nelle segrete stanze che progettano il numero di punta della serata, e lo fa dando risalto e spessore al personaggio di Michael Caine, “maggiordomo” del mago Bale e suo personale special effect artist, artigiano capace di escogitare marchingegni mortali per canarini e colombe, espedienti terribilmente simili a quelli usati dai vecchi “illusionisti” della fantascienza americana che, per ingrandire formiche e tarantole, condannavano a morte innumerevoli animaletti, bruciati sotto la luce di una lampada, affinché la loro ombra ingigantita, risultasse terrificante una volta riflessa su un telo bianco.
Un tipo di cinema, quello fantastico, omaggiato visivamente sia con “l’elettrizzante” entrata in scena del duca bianco David Bowie, mad doctor che di nome fa Nikola Tesla (esperto di campi magnetici realmente esistito), inventore di una rivoluzionaria macchina clona oggetti, sia attraverso la scelta dei due protagonisti, rispettivamente già Wolverine e Batman per il grande schermo che, grazie al loro curriculum, solleticano la similitudine tra mago e super eroe.
Tra i generi omaggiati però, non c’è solo la fantascienza: se si legge con ancor più attenzione tra le righe di The Prestige infatti, ci si accorgerà della presenza di limpidissimi simbolismi western; ecco allora Hugh Jackman e Christian Bale, assomigliare non poco a Pat Garrett e Billy the Kid, due ex amici ora impegnati a sfidarsi a duello per dimostrarsi a vicenda chi dei due è il migliore, con le classiche faide risolte a colpi di colt, che cedono il posto a mirabolanti giochi di prestigio.
Ancora una volta quindi, Nolan si dimostra un grande affabulatore, un incantatore di platee in grado di stupire il suo pubblico quando questo è convinto di aver finalmente compreso il trucco sul quale si regge lo spettacolo. The Prestige  scatta in avanti strabiliando lo spettatore proprio nel momento in cui l’artificio narrativo (la clonazione) pare svelato, spiazzando con l’ennesimo e inaspettato colpo di teatro. Una ciliegina su una torta che fin a quel momento, appariva già magistralmente confezionata con la classe e il gusto del grande cineasta, un gioco di specchi, botole e passaggi segreti, sospesi nel limbo che sta tra razionale e irrazionale, non luogo dove nulla è mai quello che sembra.
Fosse per noi, passeremmo giorni a parlarvi di The Prestige, e forse, per studiarlo a fondo, non basterebbe un sito a lui interamente dedicato; facendolo però, finiremmo per svelarvi il suo magnifico finale, rovinandovi di fatto una gustosa sorpresa. Un consiglio? Appuntatevi la data d’uscita prevista per le feste natalizie, e sceglietelo senza indugi come film post panettone.
Classifiche e concorsi vari a parte, il film fuoriclasse della prima Festa del Cinema di Roma.

 

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(17/11/06)

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